LA DONNA E LA BICICLETTA

Potrei farvi l’elenco delle donne che hanno fatto la rivoluzione in sella ad una bicicletta, e di come questo abbia cambiato il costume e il modo di pensare e a riflettere sul concetto di genere. 
Ma prima di tutto voglio condividere una riflessione che nasce dalla mia modestissima tesi sul costume fatto all’Accademia (di come il nostro corpo si modifichi attraverso l’abito e questo attraverso la società). Quello che noi indossiamo può essere rappresentazione del nostro carattere o di necessità fisiche o una gabbia se imposto dal pensiero comune. Attraverso la storia e i continenti sia uomini che donne hanno vissuto variazioni che con il tempo abbiamo perfezionato o a volte dimenticato con ragione (vedi il corsetto o i calzabraghe medioevali, quelli di “Non ci resta che piangere” per intenderci ), alcuni ancora persistono come la cravatta e le scarpe con i tacchi, ma ringrazio di vivere in un’epoca dove esistono le scarpe da ginnastica 🙂 .

Così dimostrato che ogni variazione di costume ha un preciso motivo spesso coincidente con un cambiamento sociale, zoommerei sull’argomento che tanto m’interessa; la BICICLETTA e la DONNA. Anche qui vi rassicuro non intendo fare un testo di storia basta googolare, ma continuo con la mia riflessione. Perché donna e bicicletta vengono associate alla rivoluzione femminista? 


La mia risposta è riassumibile con le parole Libertà e Praticità


La storia oscilla sempre tra riappropriarsi dei corpi o allontanarsi dai loro limiti terrestri, spesso quando a dettare le regole è un impronta un po’ patriarcale il corpo femminile subisce deformazioni. 
Nel nostro caso specifico potremmo parlare di quell’incredibile figura femminile rappresentata dall’illustratore CHARLES DANA GIBSON che diventa ispirazione e moda per le donne del XIX secolo.

Bellissime illustrazioni, fantastiche donne con grandi chiome e vitini stretti stretti le GIBSON GIRLS rappresentano una rivoluzione per il tempo, rappresentando una donna forte e indipendente.

Riconoscendo in GIBSON un magnifico illustratore con un segno fresco e coinvolgente la rappresentazione che fa della donna è ancora lontano dal liberarla, costretta a ampie acconciature e stretti corsetti per non parlare del persistere della gonna lunga fino alle caviglie. 
Resta una rappresentazione di un uomo fatta in una società fortemente patriarcale. 

Ora vi chiedo di fare un salto pensandovi in sella alla vostra bici, magari in discesa, qual’è la sensazione che vi pervade? Se chiedete a me libertà, quando ero più piccola ad ogni discesa partivo a cantare “NEL BLU DIPINTO DI BLU” con la sensazione di poter arrivare ovunque macinando chilometri, tutto questo in sella ad un oggetto che nella sua semplicità già la esprime.

   

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